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IL PARADIGMA OLISTICO E LA RIVOLUZIONE DELL'ESSERE
di Nitamo Montecucco

Paradigma significa modello, modo di vedere il mondo, Olistico significa globale, unitario. Il Paradigma Olistico è un modo unitario di vivere e di percepire l'esistenza. Dopo secoli di culture che hanno diviso l'essere umano da se stesso, dagli altri e dalla natura stiamo assistendo - in tutto il mondo - alla rinascita di una nuova cultura unitaria, ecologica, umana e spirituale, a cui diamo il nome di Coscienza Planetaria. La Rivoluzione Olistica sta nel fatto che non è il risultato di una nuova ideologia, ma di un'esperienza globale di se stessi. Il Paradigma Olistico permette di unificare le antiche vie intcriori e la moderna scienza, le medicine tradizionali e le recenti scoperte sul cervello, l'ecologia e la spiritualità.
"Oggi, ad un bivio cruciale nella storia dell'umanità, abbiamo bisogno di nuovi concetti, nuovi valori, ed una nuova visione per guidare i nostri passi verso un futuro umano e sostenibile. La consapevolezza deve innalzarsi e trasformarsi da locale ed ego-centrica a globale e di dimensione planetaria. La nuova coscienza richiede una visione olistica di noi stessi, delle nostre società, della natura e del cosmo." Ervin Laszlo dalla prefazione del libro "Cyber la Visione Olistica"

La grande scelta!
Oggi, in ogni parte del globo, stiamo testimoniando il più importante evento storico dall'inizio dell'umanità: la nascita della coscienza planetaria.
Da qualsiasi punto lo si osservi, questo è un periodo straordinariamente intenso e denso di avvenimenti, che segna la difficile transizione dalla "cultura della frammentazione", che ha diviso nazioni, civiltà e razze, in ogni epoca del passato, alla "cultura globale".
E questa nascita, come tutti i parti, non è un processo facile e indolore.
Un'antica cultura sta morendo e una nuova consapevolezza sta sorgendo.
Stiamo testimoniando il caotico momento di transizione tra un'epoca e l'altra.
(...).


Il futuro del Pianeta tuttavia è ancora incerto: occorre una scelta consapevole.
L'ecosistema Terra si trova in una critica fase di transizione, ad un "punto di biforcazione" che potrebbe far regredire l'intero pianeta ad uno stato di disordine ecologico e sociale irreversibile o elevarlo ad un livello di maggiore consapevolezza e integrità globale.
La nostra Terra è in pericolo.
Siamo in precario equilibrio tra due mondi possibili.
Sono quindi necessari impulsi che spostino la consapevolezza umana verso un futuro più coerente e armonico.
L'osservazione, sull'intero pianeta, delle due culture: quella ufficiale e quella "alternativa", ci permette di cogliere questa profonda divisione nelle tendenze che orientano l'intero sistema in modo evolutivo o invo-lutivo.
Chiamiamo questi due modi di vivere e di concepire la realtà: paradigma dicotomico e paradigma distico.
Questa è la matrice della scelta.

I due paradigmi
Da una parte il vecchio mondo "ufficiale" con il suo modo di vivere, basato sul paradigma dicotomico, sulla divisione "cartesiana" (ma in realtà molto più antica) tra materia e coscienza, tra corpo e anima, tra scienza e spiritualità.
Questo paradigma ha prodotto una scienza "senza anima", una conoscenza a compartimenti stagni, una concezione del mondo meccanicista, senza etica né finalità.
Questa politica cieca e inconsapevole della globalità dei processi e
delle relazioni ha causato la presente devastazione ecologica, politica e umana: i drammatici effetti dell'inquinamento delle acque, dei cibi, dell'aria, la dispersione delle scorie radioattive, il disboscamento selvaggio, la sovrappopolazione, lo sfruttamento del terzo mondo, l'estrema povertà, gli abusi umani.
Dall'altra la nuova cultura emergente - basata sul paradigma olistico - che propone una possibile nuova vita, più verde, globale, femminile, libera, consapevole e armonica, basata sull'evoluzione inferiore, sul rispetto della vita, dell'essere umano e della natura, di cui vediamo esempi concreti nel continuo progredire delle democrazie, nel crollo dei muri e dei vecchi sistemi, nella tutela delle libertà individuali, delle minoranze e della natura.
I due mondi si confrontano e si scontrano: cresce il numero di specie viventi estinte, cresce il numero di etnie umane estinte, cresce il divario tra paesi ricchi e poveri, ma parallelamente cresce anche la consapevolezza di essere cittadini di un mondo libero e aperto, cresce la sensazione di sentirsi un anello di una catena di relazioni che ci connette con ogni altra forma vivente del pianeta, di essere parte integrante e insostituibile di quella grande coscienza che chiamiamo Gaia, lo Spirito della Terra, l'Anima Mundi.
La transizione dalle culture locali ad una civiltà planetaria sempre più complessa, interconnessa e multietnica rappresenta il maggior evento della storia dell'intera umanità.
Questa transizione, rompendo antichi equilibri, crea libertà e consapevolezza ma anche dolore e necessità di mutare radicalmente un vecchio modo di vivere e di pensare.
La vecchia mente collettiva deve lasciare il passo ad una nuova consapevolezza più ampia e flessibile, ad una nuova visione olistica del mondo e di noi stessi.
Proviamo ora ad approfondire le logiche storiche, sociali e psicologiche da cui nascono questi due modalità.


La "cultura della frammentazione" e il paradigma dicotomico
Scienziati, premi Nobel e mistici come Bohm, Krishnamurti, Prigogine, Capra e Pribram ritengono che una delle caratteristiche essenziali della nostra cultura sia la sua radicata tendenza alla frammentazione, alla divisione.
Questa concezione frammentata nasce come risultato psicologico di una lunga serie di eventi storici - integralismi religiosi, fanatismi razziali, regimi dittatoriali o imperialisti, violenze umane, abusi fisici, morali sessuofobiche, perdita delle libertà e del contatto con la natura - che nei passati millenni hanno creato una profonda frattura nell'essere umano, una divisione intcriore tra esperienze fisiche ed esperienze profonde, una separazione tra spiritualità e sessualità, sostituendo la spontanea istintiva naturalezza del vivere con una mole di rigide regole sociali e religiose da seguire.
Il paradigma dicotomico è il risultato storico di un essere umano diviso, senza integrità, che vive separato dalla naturalezza dell'essere.
Anche l'essere umano è stato ridotto a macchina, così che il corpo viene curato dai medici, la mente dagli psicologi e l'anima dai preti, come se si trattasse di entità distinte e non di aspetti interconnessi di un unico sistema-uomo.
Nessuno insegna, né a scuola né nelle università a prendersi cura dell'essere umano nella sua totalità, nessuno lo educa all'unità.


Arginare l'oceano
"Un essere umano è parte del Tutto." Albert Einstein
Bohm e Krishnamurti, nel libro Dove il tempo finisce (Ubaldini Ed.), cercando di indagare le cause profonde dell'attuale crisi planetaria, esprimono una concezione rivoluzionaria dell'uomo e del suo divenire.
La loro idea è che ogni essere umano possiede la capacità di vivere l'esperienza oceanica di unità con l'energia e la coscienza universale, ma, essendo questa un'esperienza di tale vastità e intensità da non poter essere razionalizzata dalla mente e ridotta in linguaggio comune dal cervello, l'uomo decide di chiudersi a questa possibilità creando un guscio individuale: l'ego.
Secondo Krishnamurti e Bohm, proprio questa struttura dell'ego porta ad una visione riduttiva e frammentaria del mondo e di se stessi, causando in scala macroscopica la frammentazione delle culture, delle religioni, delle politiche e della natura stessa.
La divisione del pianeta esprime così la divisione interiore dell'uomo; la crisi ecosistemica rappresenta una proiezione in scala macroscopica dei nostri problemi individuali.
Per Bohm e Krishnamurti, come per tutta la nuova cultura emergente, risolvere la crisi ecosistemica planetaria richiede un "salto evolutivo della coscienza", una radicale trasformazione umana: una rivoluzione dell'essere.

Il paradigma olistico e l'esperienza olistica dell'essere
II paradigma olistico - dal greco Olos che significa l'intero, il tutto - è un modo unitario e organico di vedere la realtà, l'essere umano e l'esistenza.
L'emergere di una visione olistica rappresenta una vera e propria rivoluzione umana poiché non si tratta di una semplice concezione filosofi-ca che può essere acquisita studiando, ma di una visione che presuppone una analoga esperienza olistica del proprio essere, una trasformazione cognitiva.

L'esperienza olistica dell'essere è un processo naturale che moltissime persone sperimentano senza averne reale consapevolezza.
L'esperienza dell'essere è la piacevole consapevolezza-percezione della propria globalità, è sentirsi nel corpo, nelle sensazioni, nella vita.
Iniziano a sciogliersi le rigide divisioni tra corpo, mente e spirito, si passa dalla testa al cuore, si aprono le percezioni sottili (forse spirituali) del nostro corpo, e si sperimenta un modo più immediato di sentire l'energia che anima e da coscienza al nostro essere.
Le esperienze di yoga, di meditazione, di libertà espressiva, di religiosità spontanea, di sessualità profonda, di sciamanesimo, di creatività vissuta, di Tai Ci, di fusione nella natura o altre forme di guarigione energetica, di esperienze psichiche non ordinarie, di grandi sentimenti umani, possono condurre ad esperienze olistiche.


Da "Cyber, la Visione Olistica" Ed.
Mediterranee di Nitamo E Montecucco.