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CRESCERE OLTRE L'IO. LA PSICOLOGIA TRANSPERSONALE
di Laura Boggio-Gilot

Una definizione
Transpersonale (da trans - al di là e persona - maschera) si riferisce a quelle esperienze di coscienza che rendono la persona capace di guardare al di là dei suo ego condizionato e di identificarsi con un più profondo e durevole senso dell'identità.
Negli ultimi 25 anni la psicologia transpersonale ha esteso la ricerca scientifica alle aree inesplorate della psiche, alla crescita spirituale, alla coscienza, alla relazione tra corpo e mente, alla trasformazione della personalità oltre i limiti egocentrici verso la piena comprensione delle potenzialità interiori.
Nella psicoterapia la prospettiva transpersonale propone un modello di crescita e di risanamento che mira all'interezza delle componenti fisiche, emotive, mentali e spirituali, attraverso un approccio epistemologico che accosta la psicologia tradizionale alle pratiche di autoconoscenza e autotrasformazione presenti nelle tradizioni meditative (cristiana, induista, buddhista).
L'incontro tra tradizione scientifica e meditativa rappresenta un punto di svolta verso una visione unitaria del mondo, della salute e dello sviluppo umano, in cui l'impegno della ricerca inte-riore è coniugato con l'eticità, non solo per liberare l'individuo dall'infelicità, ma per una finalità di benessere collettivo, che vede l'individuo sano e autorealizzato attivo interprete della volontà di bene, costruttore di valori e di speranze per l'umanità.

A mò dì introduzione
"Un essere umano è parte di un intero chiamato universo.
Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto, una specie di illusione ottica della coscienza.
Questa illusione è una prigione per noi, che ci restringe ai nostri personali desideri e all'affezione verso le poche persone vicine a noi.
Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione, attraverso l'allargamento del nostro circolo di conoscenza e comprensione sino a includere tutte le creature viventi e l'interezza della natura nella sua bellezza.
" A.EINSTEIN
Sono passati molti anni da quando Abraham Maslow, padre storico della psicologia umanistica e pioniere della psicologia transpersonale, sulle orme di Eric Fromm, definiva la sofferenza presente in maniera pervasiva nella società come "psicopatologia della norma", qualificabile come una zoppìa inconsapevolmente condivisa, in cui si vive in uno stato ristretto rispetto alle proprie possibilità dal punto di vista sia fisico che psichico e spirituale, guidati non dalle proprie aspirazioni e talenti, ma dalla paura e dall'ignoranza.

Con queste parole, lo studioso americano voleva sottolineare il diffondersi di una patologia collettiva non necessariamente accompagnata da sintomi cimici evidenti, ma dovuta a un vuoto di valori, a una aridità esistenziale e spirituale che nutre i comportamenti devianti, soffoca la creatività individuale e copre di noia e disperazione la vita umana.
Questa sofferenza, così diffusa e generalizzata da apparire normale, risulta collegata all'impedimento della crescita umana verso la realizzazione delle proprie potenzialità e a un particolare stato carenziale dovuto alla repressione dei bisogni superiori di creatività, compiutezza e autorealizzazione.
Da allora, questa psicopatologia della norma, identificata con un impoverimento della dimensione umana e una perdita di valori, si è andata sviluppando a macchia d'olio e ha preso sempre più il colore della superficialità e di una rabbia reattiva e insensata che si esprime in comportamenti irrazionali.
Molti studiosi vedono in questa patologia dell'umana incompiutezza la radice di quella follia collettiva che alimenta la violenza sociale e l'aggressione all'ambiente, erodendo le riserve di vita del pianeta e minacciandone la sopravvivenza.

Come ha sottolineato RogerWalsh se guardiamo la- condizione planetaria nel suo insieme, vediamo che in quasi tutte le sfere dell'esistenza è presente una sofferenza che non viene dalla vita dell'universo ma dalle scelte dell'uomo stesso.
Nei problemi che minacciano l'umanità non si ritrovano tanto eventi naturali come alluvioni o terremoti, ma piuttosto i frutti di scelte umane.
Ciò di cui soffre la famiglia umana, dalle guerre alla sovrappopolazione, alla fame, all'inquinamento ambientale, alla violenza cittadina, alla droga giovanile, è prodotto dallo sviluppo collettivo di atteggiamenti distruttivi, che non si limitano a creare sindromi psico-patologiche trattate in psichiatria e psicoterapia, ma si allargano a infettare il rapporto con l'esistenza e ne aggrediscono la vitalità.
L'anatomia della distruttivìtà umana mostra una diffusa valenza di atteggiamenti difensivi, dovuti alla paura, e di atteggiamenti competitivi, dovuti all'avidità di potere.
Gli aspetti dell'egoismo sono quelli che più evidentemente appaiono costruire la sofferenza planetaria e non è difficile scoprire che, alla radice dell'egoismo, non esiste solo una crisi di valori ma anche una profonda fragilità, che si radica nella mancanza di una visione della vita che sia garante di sicurezza.
Come dice il grande fisico dell'area transpersonale Fritjof Capra, il vero problema dell'essere umano è l'inconsapevolezza, cioè quella crisi della percezione che lega il senso dell'identità all'io incapsulato dal corpo e separato dall'unità della vita.
Come già affermava l'antica saggezza, questa mancanza di visione della interrelazione, ovvero della relazione tra l'essere umano, l'universo e il trascendente, è la vera malattia dell'uomo, la più profonda ragione dei suoi comportamenti separativi e aggressivi.
La responsabilità della moderna filosofia della scienza, ancorata a concezioni mecca-nicistiche e materialistiche, è stata ampiamente sottolineata da eminenti scienziati, filosofi e psicologi dei nostri tempi.
La nostra filosofia della scienza basata su una pretesa separazione tra corpo e spirito, mente e materia, uomo e universo, è non solo errata ma anche dannosa: crea immoralità e non solo amoralità, sviluppa edonismo ed enfasi egocentrica, non consente lo studio e la comprensione delle facoltà umane più alte e conscguentemente ostacola lo sviluppo delle qualità dell'esistenza.
Senza una visione unificata dell'esistenza che renda l'essere umano consapevole della sua relazione con la natura e l'origine trascendente di tutte le cose, va perduta la possibilità di comprendere la natura più intima della realtà stessa e il significato del percorso esistenziale.
Senza un sentimento di essere parte di una più grande interezza e avere un ruolo nello schema della realtà, diventa impossibile coltivare valori duraturi e, ciò che appare più drammatico, si perde la possibilità di nutrire il coraggio e la speranza.
Se lo sviluppo di una scienza materialistica, che ha divulgato l'idea di un universo senza proposito, è alla radice del vuoto di significato esistenziale e forse della violenza, l'esclusione della dimensione trascendente della vita e della natura ha portato a enfatizzare gli attaccamenti quantitativi e ogget-tuali e ha naturalmente alimentato lo sfruttamento ecologico e la competizione.
Sulla base di queste facili osservazioni, il movimento transpersonale si fa portavoce di una profonda revisione delle concezioni del mondo, che si allinea a quel mutamento di paradigma verso una accezione unitaria e spirituale dell'universo e dell'essere umano che è oggi assunto come bandiera da diversi movimenti ricostruttivi e amanti della pace.
Più di altri, la prospettiva transpersonale enfatizza l'importanza di sviluppare una più chiara consapevolezza delle relazioni umane con la vita e approda a ciò che lo stesso Einstein auspicava con la frase riportata in epigrafe.

Basandosi sull'assunto che il male della vita nasce dal male della mente umana, e poiché la scienza occidentale ha dimostrato di non avere validi strumenti per risolvere questo problema, la psicologia transpersonale affronta un modello di salute e di sviluppo che utilizza conoscenze scientifiche e sapienziali occidentali e orientali, mirando direttamente a costruire una nuova scienza della coscienza che aiuti l'essere umano a sviluppare le sue forze, capacità e talenti promuovendone l'impiego nel mondo.
La nuova scienza della coscienza, che ricerca la comprensione delle umane potenzialità e le loro manifestazioni nel pensiero, nel sentimento e nel comportamento, porta seco una nuova filosofia dell'esistenza che collega lo sviluppo individuale alla solidarietà con il genere umano e alla reverenza verso k vita.

Da "Crescere oltre l'Io" Cittadella Ediz.
di Laura Boggio-Gilot.
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