.

 

 

ALCHIMIA E OLISTICA
Anima, Spirito e Corpo nella Tradizione Ermetica
di Paolo Lucarelli

La rappresentazione del mondo, sia macro che microcosmico, nella Tradizione Ermetica, è rigidamente triadica.
Lo dice molto chiaramente il Nobile Filosofo Tedesco Lambsprinck nel suo preziosissimo testo Sulla Pietra Filosofale (De Lapide Philosophico).
È composto da 15 figure, ognuna accompagnata da due brevi didascalie e da una composizione di qualche decina di versi.
La Prima Figura riporta in alto: "Notate e comprendete resamente che due pesci nuotano nel nostro mare".
In basso spiega: "il Mare è il Corpo, i due pesci sono lo Spinto e l'Anima".

Di lato il poemetto chiarisce ulteriormente:
/ filosofi in genere dicono
che ci sono due pesci nel nostro mare.[...]
Questo è l'insegnamento dei Filosofi; i due pesci sono soltanto uno, davvero, tuttavia sono due, eppure sono uno solo.
Il Corpo, lo Spirito e l'Anima.
Lo stesso insegnamento si ripete poco più avanti, nella Terza Figura, dove in alto si dice: "Ora, senza preoccuparvi, sappiate che nella selva si nascondono un cervo e un unicorno".
E sotto: "nel Corpo stanno Anima e Spirito".
I versi aggiungono:
/ filosofi affermano con forza
che in questa selva stanno due animali,
uno lodevole, bello e agile.
Il cervo grande e robusto.
L'altro, dichiara il Filosofo, è l'unicorno.
Entrambi si nascondono completamente
nella selva,
ma si dirà uomo beato, colui che irretendoli li catturerà.
I Maestri, a chiare lettere, ci insegnano qui che dovunque
nella selva vagano questi due animali.
(Tuttavia comprendi che la selva è una sola cosa)
Perché se consideriamo il fondamento allora la selva prende il nome di Corpo.
Allora si troverà con certezza, giustamente, che l'unicorno è sempre lo Spirito, il cervo, poi, non desidera altro nome che quello di Anima...
Ci siamo un po' dilungati su queste paginette, che abbiamo tradotto dall'originale latino, perché sottolineano un punto che merita qualche riflessione.
Cominciamo chiarendo che nella formulazione, che possiamo definire funzionale, delle tre componenti macro e microcosmiche, l'Anima è intermediaria tra Corpo o materia, e Spirito.
Senza di lei, secondo la dottrina ermetica, le altre due non avrebbero possibilità di unione e convivenza.
Il corpo ne è in un qualche modo il ricettacolo, l'involucro, gli alchimisti direbbero il "vaso", all'interno del quale, come si è letto, vagano nascoste e indisturbate.

Secondo i Filosofi Ermetici all'interno di questa nostra manifestazione non si può immaginare nulla che non sia strutturato secondo questi Principi.
Come si sa, essi li chiamano Sale, Mercurio e Zolfo.
Sono alla base di qualsiasi cosa, in tutti i regni della Natura e per tutte le dimensioni, le più grandi come le più minuscole, purché si sia manifestata sul piano corporeo.
Lasciamo qui, per chi volesse approfondire questi temi, l'esercizio, o il gioco, che consiste nel riconoscere in protone, neutrone ed elettrone i tre princìpi che abbiamo enunciato.
Ma sia chiaro che quando dall'atomo ci si sposta a particelle più semplici e minute, poiché stiamo uscendo dal piano della corporifi-cazione, come direbbe Geber, la tripartizione scompare.

Tuttavia volevamo fissare l'attenzione su un altro punto che i versi dell'Adepto tedesco sottolineano con particolare forza.
Sembra infatti che queste tre componenti, che possiamo qui immaginare più facilmente ricondotte all'essere umano, non siano di per sé naturalmente riunite in un accordo armonioso.
Infatti la dottrina ermetica sostiene che questa struttura di norma è sconnessa e quindi che Anima, Spirito e Corpo non rappresentano quel Tutto, quell'Insieme distico, come si direbbe oggi, che può svilupparsi verso la perfezione.
Lambsprinck descrive sia questo obiettivo che le difficoltà per raggiungerlo.
La Quarta Figura in alto riporta la scritta: "È un grande portento che da due leoni se ne faccia uno solo", e in basso: "lo Spirito e l'Anima devono essere uniti e ricondotti al loro Corpo".
Alcuni versi precisano:
/ Filosofi insegnano veracemente che due robusti leoni passeggiano, maschio e femmina, nella valle tenebrosa e
orrida, e si nascondono, e che l'arte permette che si
possano prendere.
Orridi e crudeli a vedersi, veloci, sfrenati e del tutto feroci, di colui che saprà irretirli, domarli e asservirli con sapienza ed astuzia e costringerli in quella selva, giustamente e degnamente si dirà che ha meritato molto più di altri corona e gloria...
Stiamo affrontando un problema di soluzione non evidente.
Le due componenti più vohitili, Anima e Spirito, sono "feroci", "orride", "sfrenate", senza controllo.
L'opera, la Grande Opera, sia quella minerale o altra, deve riuscire a "prenderle nella rete", a catturarle, a sottometterle, domandole, alla volontà dell'Artista.
Dopo, soltanto dopo, ricostituita l'unità equilibrata di tutte e tre in un unicum coerente e pacificato, si sarà raggiunto quello stato che in Ermetismo è detto Pietra dei Filosofi, che può allora evolvere verso lo stato finale, perfetto, della Pietra Filosofale, miracolo del mondo e Dono di Dio.

Ho in mente un pomeriggio di settembre di qualche anno fa a Venezia, quando grazie alla cortesia del direttore della Biblioteca Marciana mi fu possibile sfogliare con timorosa attenzione le pagine del più antico codice alchemico occidentale.
Perfettamente conservato, il corsivo greco quieto e elegante proseguiva pagina dopo pagina senza stanchezza o imprecisione.
A lato, ogni tanto, minuscoli commenti o note indicavano l'importanza di un passo, testimoniavano che nei secoli altri studiosi si erano chinati su quelle pergamene venerabili.
Talvolta delle piccole figure.
Una in particolare ricordo qui, il serpente che ha mangiato la propria coda ricostituendo infine il ciclo perfetto.
Nel centro riporta la scritta "ev io jiav", uno il tutto, ipotesi teorica, obiettivo operativo finale di qualunque vera ricerca, definizione distica assoluta.

NOTA
II testo è tratto da Lambsprinck, nobilis Germani Philosophi Antiqui Libellus DE LAPIDE PHILOSOPHICO e Germanico versu Latine redditus, per Nicolaum Barnaudum Delphinatem Medicum, hujus sdentiae studiosissimum.
Si trova alla pag.
337 del Musaeum Hermeticum Refor-matum ac amplìficatum... continens tractatos chimieoi xxi. Francofurti, MDCLXXVIII. Nulla si sa del misterioso Adepto, il cui nome ha un evidente senso cabalistico. Le incisioni provengono dalla famosa stamperia dei fratelli De Bry di Francoforte.

Paolo Lucarelli si interessa di Alchimia da molti anni.
Ha pubblicato traduzioni e commenti di classici dell'ermetismo oltre a vari saggi sull'argomento.